Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

di ' agire ' attraverso il puro linguaggio» 11• Maria Corti considera, nel dir questo, il «primo Porta», e, nel dir del processo, rilegge il poeta nella fase dei Novissimi; ma nella Parte seconda (1969-1975) di Quanto ho da dirvv 12 c'è il Rimario (del 1973), che cimenta esclusi­ vamente la rima agli accostamenti dei termini, solo a questa consegna la prerogativa di rapporti impensati, inarguibili, non codificati, e dunque insistenti ed ope­ ranti per ripetizioni e chiasmi e inversioni, . che tracciano anche percorsi, brevi lunghi, retti obliqui, e intrecciano nodi, nelle pagine: fino all'ultima, che rammenta molte cadute tra qualche eco residua e ordinata - e tu puoi rammentare il tutto come una viéenda che abbia coniu­ gato associazioni e opposizioni di nomi, aggettivi, modi e forme nominali di verbi in una verità trascinante e indicibile, non riscontrabile fuori di questo « universo verbale». Più di una delle ultime poesie di Quanto ho da dirvi può rico1Tere in questa prova: significherebbe, per ' la sua via, riprodurrebbe nella particolarità e nella diffe­ renza un momento · o -una struttura essenziale dello stesso processo linguistico. Ho ricordato Rimario per il rilievo che immediatamente assumono l'accostamento e l'«attualizzazione» degli elementi verbali nella povertà e nel potere - dei mezzi (la rima e quei tracciati); ma l'ho ricordato anche perché mi pare di poterlo accostare a «morsura», di poterlo in qualche modo citare insieme a questa voce e figura della poesia di Zanzotto. Già la voce, rimario, s'adatta ai suoni di morsura, e trascina rosari:o - rima immancabile, vicina o lontana - che con morsura si può quasi anagrammare e confondere. I suoni sono un incentivo e un segnale del misurato accostamento (dei due poeti.), che certo porta ragioni d'evidenza e di forma: e sono le differenze e le specie della contiguità e dell'annessione per cui diviene il reale linguistico. 57

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