Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980
E che i se colte i 16ghia dei bisset e dei bacteria i ramisèi pi rebit dei aminoacidi che i bala ai vent de sote tera e che 'sta grassa la se d6nte a gr6pole, marogne, sgiaùzhe e al scribaciar de tute le fondezhe ·Prima di tutto è necessario sapere qualche concor danza o affinità di fatti o caratteri verbali. All'oscuro di queste non c'è motivo d'andare avanti. E, d'altra parte, qui non serve di più per parlare o tacere dei poeti. Uniformità e dispersione di un lavoro . teorico, dj un movimento; eterogeneità e convergenze di movi menti e «percorsi»; frammentarietà dell'esperienza poe tica contemporanea e linee c ostitutive di una tipologia, di un « quadro globale» (provvisorio e - ' orientato ' come un occhio): di tutto questo si può parlare, se si vuole, ma non senza (e, nella logica della finalità, dell'oggetto, non prima di) applicarsi alla ra:ccolta e. al vaglio degli elementi verbali, di unità strutturali e frammenti, di costruzioni e figure in suoni, in parole; e non senza quel motivo della concordanza o affinità, non prima di averlo appurato. Dunque, per parlare qui della poesia di Antonio Porta, m'ero applicato prima di tutto a quel processo di annessione che dà esistenza e pronuncia nuove alle parole. Di tanto in tanto mi guidava il poeta stesso, il quale non mi dava messaggi o segnali secondo qualche codice disponibile, ma semplicemente mi indicava un luogo dove stava il linguaggio della poesia, o un altro dove stavano i suoi crimini; oppure _ mi offriva un mo dello, magari un Modello di linguaggio per coppie che lavorano che potevo utilizzare solamente se mi provavo proprio nelle annessioni, nei legami: qui senza suoni il linguaggio procede verso il vero senza linguaggio i suoni rifiutano il lavoro 55
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