Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

soprattutto qualora si · tratti di sintomi isterici, non è raro che questi «guariscano» all'improvviso, sicché l'a­ na:lizzante dichiari alla terza seduta di «star bene · » o almeno di «essere già molto migliorato». La seconda scelta è pericolosa in quanto mette il nostro psicoana­ lista, anche senza che lui lo sappia, nella posizi.one di quei cosiddetti psicoanalisti che non esitano a dichia­ rare di «non credere nell'inconscio», con quali effetti sui loro pazienti, non si sa, o si sa. Il soggetto infatti, lo abbiamo visto la volta scorsa, è un ·s·oggetto barrato, in quanto, dicevamo, è segnato da diverse relazioni e innanzi tutto da quella detta fon- e <lamentale tra rS1 � S2, tra il significante primo, quello con cui il soggetto si affaccia in un ordine già esistente (e quel piccolo 1 è l'indice della sua «notorietà» presso quest'ordine esistente), e l'ordine detto, S2, il sapere come insieme di tutti i significanti già esistenti. Per ef­ fetto di tale relazione il soggetto è «parlato», chi pro­ duce è l'inconscio, il quale (grazie a quel mistero per cui ne abbiamo accomunato l'economia a quella del ca:.. pitale: cfr. L'arcano dell'accumulazione nell'inconscio) mentre ci notifica ripetutamente l'S1 si serve dell'S2 come di quel nucleo originario indispensabile perché sia possibile quella che da Freud si chiama rimozione. In «Topica.e dinamica della rimozione» nella Metapsico­ logia del 1915, Freud scrive (Opere, Boringhieri, cit., vol. VIII, p. 64 e segg.): «Il processo di rimozione consiste senza dubbio in una sottrazione di investimenti; ma . re­ sta il problema in quale ·sistema abbia luogo la sottra­ zione e a quale , sistema appartenga l'investimento sot­ tratto». Già qui si evidenzia il carattere «economico» della rimozione. Ma Freud aggiunge che perché tale ri­ mozione avvenga, -è necessario postulare l'esistenza di un altro processo «che rappresenta il permanente di­ spendio di una rimozione originaria, garantendone però 20

RkJQdWJsaXNoZXIy