Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

,Di che natura è la fill2lione dell'Aretino che da bur­ lesco e satirico si fa lirico, con un cursus di gravità religiosa: la sincerità non è in questione, è in questione la tecnica di scrittura. Sul canto di Girolamo Muzio, che fa dell'amore per Tullia d'Aragona una «ghirlanda» tessuta di versi nel contempo perfettamente bucolici e perfettamente sen­ suali: la poesia del Muzio appartiene alla storia dell'ero­ tismo (in tutto il corpo poetico del Rinascimento leggo paragrafi immaginari delle Lacrime di Eros di Bataille): desiderio e nudità, sogno dell'unità perduta attraverso l'abbraccio dei corpi, platonismo trascinato sulla terra dei s,ensi, fascinazione di un corpo totale, feticismo del particolare (cfr. il finale dell'Egloga Prima laddove co­ mincia: Apri, Tirrenia, le rosate porte). Il nesso tra occasione e lirica, tra destinazione e canto com'è classicamente annodato nelle Rime di Ber­ nardo Tasso, e l'idillio notturno e il canto dell'amicizia. ,La trascrizione danzante e serenissima che fa Orsatto Giustinian del catulliano Da mi basia mille... Più che la notte, il sonno e la morte, nel Della Casa e in Celio Magno l'insidia della memoria d'amore, l'eros fatto memoria. Sui madrigali di Giovan Battista Strozzi il Vecchio: la complicità del verso con la musica, il movimento che fa del contrasto concettuale un rimbalzo di note, la trasformazione del grido in statua, dell'invoèazione bu­ colica in festa cortigiana, delle varianti oniriche della donna-fiera in . scroscio di torrente - musicale. L'erotismo dei napoletani gridato, lavorato in inge­ gnose sospensioni, scolpito d'asprezze, intrigato in fo­ nesi tortuose e deliranti, danzante di interrogazioni senza risposte. Una sorta di prova generale dell'espressio­ nismo che a partire dal barocco avrebbe soffiato sulla poesia europea accompagnandosi alla metafisica. Meta­ fisica ed espressionismo: Tansillo e Galeazzo di Tarsia 118

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