Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980
fo cosi come s'abbatte sulle querce parla la stessa lin gua del dettatore cortese del Dolce Stile: per quali vie l'invasione del dio, ripetizione del culto sacrificale fran tumata in miriadi di rituali e rinnovata sotto ogni cie lo, fa del delirio una musica, della fissazione dell'im magine dell'altro un monile di parole, della dislocazione del soggetto il soggetto della poesia, del desiderio una tecnica di scrittura? La poesia è sempre poesia d'amore: l'affermazione che potrebbe essere una delle tassesche « conclusioni amorose», tende a sottrarre all'amore la riduttiva · re cinzione a tema, a esercizio d'occasione, ad argomento dedicatorio, ed aspira ad una coincidenza, o almeno stretta fratellanza, che può spiegare forse l' arché della poesia (o, più radicalmente, della parola?). Riapriamo il Simposio. 1L'analogia · che Diotima isti tuisce tra Eros e Poiesis èJ un exemplum della - loro fra tellanza? Eros e , Poiesis sono, ciascuno, specie di · un movimento che li comprende · e di cui assumono, solo per sé, il nome: ciò che fa desiderare « le cose buone e la felicità», da una parte, quel processo per il quale si passa « da ciò che non •è a ciò che è», dall'altra. Eros e Poiesis sono parte di questa totalità, ma ne · prendono il nome. La loro analogia è · solo in questa <is sunzione? E tra loro c'è solo analogia? I discorsi pre cedenti di Erissimaco e di Agatone s'erano •spinti a ve dere Eros come l'orizzonte nel quale si dà l'evento della poesia e delle a r ti. Socrate non cancella questo « elo gio », ma lo sposta sulla terra del generare nel corpo e nell'anima. Eros e Poiesis si ritrovano lungo l'itine rario che conduce all'esaltante possibilità d'un intrat tenimento col « bello in se stesso », cioè col vero. Nel discorso di Diotima riferito da Socrate sembra caduta sia la .follia divina di Eros sia il ' vento che scuote ' il poeta, sembra perduto quel loro intreccio che parla nei lirici. (Col discorso di Socrate siamo già nella politica, 113
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