Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979
Lo strumentista e la- voce A uno strumentista, la società musicale chiede, ed è ovvio, di suonare: la scuola, il repertorio (esclusi certi contemporanei) plasmano e indirizzano in questo sen so. Eppure, nel chiuso della sua cameretta, studiando, lo stesso strumenti , sta produce spontaneamente, incoer cibilmente, emissioni vocali le più varie, più spesso di tipo « ,sporco »: mugolare, canticchiare, sospirare, sof fiare, urlare (anche!), quasi per il bisogno di un'ade sione più immediata, fisiologica, con la musica. I puristi non ammettono questo « sporco » in con certo {altre - manifestazioni espressive frequenti, non vo cali, dello stesso genere sono lo , scalpitare, il pestare, i mille atteggiamenti della mimica facciale, il ricchissimo territorio della gestualità): tutto ciò è fuori cornice, e la musica dovrebbe invece consistere, secondo i soprad detti catoni, nella , sola materia entro la cornice, in ciò smentiti dall'arte musicale contemporanea più radicale e, in fondo, anche da molti strumentisti di natura dioni siaca, del passato come del presente, che si dedicano più volentieri al repertorio classico-romantico. Quale ,esperienza sconvolgente e liberatoria evadere dal professionismo e giocare! Fare, _cioè, un'attività spe- 86
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