Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979
tendre-parler ' est . une auto-affection d'un type absolu ment Ùnique » 5 • « La voix est l'etre auprès de soi dans la forme ,de l'universalité, comme con .., science. La voix est la conscience » 6 • La voce che il testo desume, libera da tutte le sue voci parziali, attraverso 1a quale si iden tifica (senza identificarsi ad essa, beninteso) si potrà pensarla come la coscienza del testo, vale a dire la co scienza che il testo ha di sé come uno, prima ancora che ne prendano coscienza i lettori; dico meglio, per non implicare una quasi mistica esistenza-in-sé del testo: la condizione indispensabile perché i lettori costruiscano, attraverso la lettura, la sua identità globale. (Si può arrivare fino al punto in cui Derrida nota · che « s'en tendre-parler n'est pas l'intériorité d'un · dedans clos sur soi, il est l'ouverture kréductible dans le dedans, l'oeil et le monde dans la parole. » 7 • Questo gioco di dedans dose e di dedans ouvert avendo qualche omo- 1logia con il rapporto fra superficie e interno, nel testo e del testo, con il quale ho cominciato). 5. La voce sfila, si defila, fila via... I punti sensi bili della sua comparsa o riscontrabilità nel testo sono sempre tangenziali. E' il caso dei fonemi esemplati per « La sera del dì di festa » . Tutta la escursione fra l'unità minima (fonema) e le unità superiori (monema, frase, discorso) può contenerne le apparizioni. Nel sonetto COCIII del Petrarca, il verso « fior', frondi, herbe, om bre, antri, onde, aure soavi » debitamente citato vuoi quale catalogo delle figure basiche, vuoi come riuscita d'artifici metrici, d'elisione, allitterazione, assonanza eccetera, emerge poi come parola totale, formula in cui · si percepisce la voce del testo; formula incantatoria, ,se ,si vuole, ma nel significato di nodo e chiave a un tempo con cui 1si presenta, ad esempio, il Poordjeli, « jaculation » , « chiffre de . ,l'inconscient » nel caso di 20
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