Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979
gli animali, ce li prendiamo in casa, li nutriamo, li curiamo. Antonielli, si sa, è recidivo. La tigre viziosa, che è del 1962; e Il venerabile orango (1961) lo testimoniano. Filtrano, nella sua officina, le impressioni e i ricordi della prigionia in India: un momento della sua umana esperienza su cui la memoria poetica sembra essersi in lui fissata; ma la dimestichezza con la metafora zoo logica va oltre, se Un cane e un uomo in più dà il titolo a una raccolta di racconti. Con L'elefante solitario, tuttavia, è l'India che ri torna, ma un'India stranamente stravolta, nella fauna e nella flora, da alcunché df misterioso e non detto che dà origine a nuovi mostri animali e vegetali, fa proli ferar·e la specie serpentesca, disloca le antiche foreste, dà nascita a nuove giungle. A questa mutazione natu rale fa riscontro una strisciante mutazione sociale nel l'universo elefantesco: la nobile stirpe dei kumiria, « i più grandi e i più forti», si vedeva insidiata, nelle sue funzioni di guida e di comando, da quella dei mierga, « ossia dei malriusciti», che suppliva alla inferiorità fisica e morale facendo ricorso alle astuzie, ai piccoli e grandi tradimenti, alla corruzione, e non esitava, finan co, ad allearsi con gli uomini, consegnando loro, per immediati vantaggi, i migliori esemplari del branco. E persino « da qualche tempo si notavano femmine zan nute, assai più grosse, robuste, di tanti maschi ». P.Q.M., per questi motivi, l'ancor vigoroso kumiria che è a capo del branco, decide di dimettersi e di darsi alla solitudine, invano trattenuto dalla dolce Larkì. Do po un lungo viaggio, segnato da incontri mostruosi, trova pace in una valle amena, dove supera una triste malattia e si sente di nuovo pieno di vigore, malgrado l'età più che matura. Pensa allora di tornare al branco per mettere ordine; ma, colto dal must, la follia degli 166
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