Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

l'altro, l'atteggiamento enfatico, le tendenze - si potreb­ be aggiungere - agitatorie. Alla interpunzione, al contrario, ha rivolto la propria attenzione la critica formalistica, dai primi russi a Ja­ kobson e dopo. Si potrebbe, a questo proposito, felice­ mente glossare questo rilievo di carattere generale con l'esempio della poesia di Bertold Brecht Wir sind sie, che Roman Jakobson ha sottoposto a una minuziosa analisi grammaticale che mette appunto in luce il ruolo significante dei punti interrogativi ed ,esclamativi che chiudono 9 dei suoi 21 versi. Che l'interpunzione non costituisca soltanto un arti­ ficio inerente all'o�dirie del discorso ma alle sue impli­ cazioni di fondo, non solo a livello micrologico, ma strutturale, è in ogni caso macroscopicamente dimo­ strato dalla contrapposizione tra paratassi e ipotassi. L'impiego dell'una o dell'altra di queste modalità coin­ volge tutto il sistema della punteggiatura, e non solo quantitativamente, ed è indizio di scelte assai complesse. E' noto l'esempio di Manzoni che, nei Promessi Sposi usa la paratassi nel caso del linguaggio dei semplici, l'ipotassi per quello dei dotti o dei potenti; come è noto il raffinato impiego della interpunzione nell'Ulisse joyciano, con la sua accentuata rarefazione e quasi scom­ parsa nel monologo interiore, o stream of consciousness, di Molly Blom:n. Un'altra linea di demarcazione si ha in scrittori che optano per la paratassi o per l'ipotassi a s e conda del contesto in cui situano la propria scrittura. Così il Guicciardirri, rispettivamente, dei Ricordi e della Storia d'Italia; così il Proust di Les plaisirs et les jours _ e della Recherche. Anzi, in questo ultimo caso, la scelta ipo­ tattica è già un'evidènte « trasgressione » alla dominante tendenza paratattica del francese moderno. La eliminazione, sul finire del secolo scorso, della in­ terpunzione in numerosi testi poetici - che potè appa- 126

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