Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

movimento». Un passo importante, quest'ultimo, per­ ché mette in luoe il sostanziale « naturalismo» del pro­ gramma marinettiano, e il permanere, in lui, della con­ cezione secondo la quale la poesia (e la letteratura in genere) sono forme di mimesi, o addirittura di « ripro­ duzione» di una realtà ad . esse esterna (la « materia in movimento»). Un naturalismo le cui tracce sono avvertibili nella «Introduzione» di Renato Barilli alla raocolta della Cramps, - allorché - echeggiando la diffusa polemica nei confronti della « logica occidentale», scrive: « da un punto di vista teorico, l'aver rinunciato all'oralità per la scrittura ha implicato numerosi guai per l'uomo: il 'parlare ' è atto totale, sin-estetico, armonico, ove il soggetto è presente con tutte le sue facoltà; mentre lo ' ,scrivere ' è un esempio di deprivazione sensoriale; di lavoro astratto, di specializzazione unilaterale di certe facoltà a danno di altre. Detto altrimenti, l'uomo del­ l'età ,della scrittura è relativamente infelice, rinuncia a buona dose di libido per sottomettersi a una serie di autocostrizioni che gli tolgono gran parte del piacere connesso all'atto vocale». · Le obiezioni sarebbero molte e facili; nel nostro contesto, tuttavia, ciò che conta è, semmai, l'argomento e contrariis: essere cioè la « poesia sonora» altra cosa dal testo poetico di scrittura; una convalida dell'affer­ mazione di Zanzotto. 3. In tema di interpunzione. Nelle Note sulla lette­ ratura di Adorno è incluso un breve saggio sulla inter­ punzione. Lo scritto - che è t.1D,a eocezione tra i critici di scuola non formalista - coglie nel variare degli usi della punteggiatura un fattore significativo. Così, . per esempio, l'abbondanza degli esclamativi sarebbe una ca­ ratteristica dell'espressionismo, e ne indicherebbe, tra 125

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