Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

quali sono evidenziati, appunto, dalla ferrea chiusura sintattica dell'enunciato. Quest'ultima osse r vazione sull'esempio addotto da Tesnière, ci consente di effettuare senza scosse il t , ra _ sbordo sul battello Rimbaud. Trascelgo due campioni ove l'opposizione (la ten- � sione) fra il semantico e il sintattico si attua secondo due distinte modalità. Il primo, prelevato dal più tardo gruppo di poesie che ci sia pervenuto di questo autore, consiste nella prima strofa del breve cOIIIlponimento che inizia « En­ tends camme brame» (ottimamentè studiato da Ph. Bonnefis, sul n. 11 di «Littérature», ott. 1973): Entends 1comme brame rprès des acacias en avril ,la J"aine viride rdu pois! In questi versi, a un'isotopia grammaticralizzata (ma solo apparentemente) che consente la leggibilità - per lo meno relativa - degli enunciati, e che è l'isotopia della /vegetalità/, si intreccia una seconda isotopia, non grammaticalizzata, che disturba e intralcia il percorso della prima. Questa seconda isotopia, che chiameremo della /cervinità/, ha il suo nodo centrale in brame, non riferibile che al cervo, e i suoi luoghi di insistenza in rame, ohe rinvia a «ramures»; nel lessicalmente rarissimo e arcaico viride, che è corruzione di «viril», il quale è preannunciato dal quasi anagramma avril, e che allude ancora al cevvo, simbolo per definizione della « virilità erotica»; in pois, che è deformazione di «bois», la foresta, la quale rappresenta il lruogo per eccellenza del cervo, il suo habitat. L'insistenza seman­ tica del cervo, lessicalmente assente, sulla «lettera» di alcuni . elementi corrompe in definitiva anche la prima isotopia. La cui grammaticalità, in ultima analisi, è 78

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