Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

In entrambi gli autori, - comunque, la sintassi, in quanto struttura matricielle del linguaggio, non si spezza mai (come invece accade già in Apollinaire); bensì, o è resa più complessa (Mallarmé), così complessa da de­ terminare essa stessa fa densità intransitiva e non cir­ coscrivibile del senso; oppure viene opposta, sino ai limiti consentiti (o non consentiti) dalla comunicabilità, alla semanticità, all'ordine semantico (Rimbaud). Ora, dato che Rimbaud sembra essere - magari im- . plicitamente - il modello più instante nei riguardi di quella linea della poesia italiana contemporanea su cui stiamo indagando, dovremo anzitutto definire con mag­ gior precisione l'indipendenza dei due ordini (il seman­ tico e il sintattico) avanzata e sostenuta da Tesniè're, e, successivamente, esplorarne ed analizzarne 1e modalità d'attuazione nell'ambito del testo specifico dell'autore delle Illuminations, cui l'avevamo ascritta quale caratte­ ristica primaria della sua esperienza della verbalità. Ebbene, l'indipendenza dei due ordini è sostenuta da Tesnière sulla base di un bellissimo esempio. Se in una frase dotata . di senso sostituiamo i « mots pleins» con altri « mots pleins» dello stesso genere che nel di­ zionario li seguono immediatamente, arriveremo 1a:lla costruzione di una frase probabilmente sprovvista di senso e tuttavia dotata di una perfetta struttura sintat­ tica. Sia, ad esempio (continua Tesnière), la , frase se­ guente: « le signe vert indique la voie libre». Ebbene, la sostituzione lessicale di cui sopra produce la frase: « le silence vertébral indispose la voile 1:idte», ove lo schema strutturale è « inattaquable» (sottolinea Tesniè­ re) pur se la frase è del tutto sprovvista di senso logico. L'esempio addotto si presta però ad un'osservazione supplementare. La frase sostitutiva non è, a rigore, sprov­ vista di senso. 1Jn essa ogni vocabolo traccia programmi di senso virtuali, grammaticalmente non realizzati, i 77

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