Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

sità del suo fare «lussuoso», della sua «jouissance » inesausta. Prendo un sonetto o meglio un «verso» dell'iperso­ netto compreso nel volume, quello (VII) del « soma in bosco e agopuntura» appunto, dove ben si discerne il dosaggio sintassico-lessicale dell'ultimo Zanzotto, molto bravo adesso nell'afferrarsi al sonetto, a «forme» anti,quate, orientandosi tuttavia verso una lingua « irreale» degna del «paziente» che egli è: operazione sottile per una operazione sottile non di pantera léautaudiana ma, probabilmente per la levità (levi più che tigre è nel son. LVII del Canzoniere) e più per motivi semiotici, di tigr,e. Graffio di sot1Jil tiigre., !Ì!deogramma cui do a oura '1a mia sostanza grama, di yin e yang tremando nella trama, cercando i punti in cui la vita è fiamma, 4 mentrie l'ago mi: fruga drrumma a dramma - ,Slpine ung:hie lame da una man che ama - meri.mane Hnee in me dirama yJn .e yang fraingenido ogrrm diaframma. 8 Sì mi <sent' 1 io, ,sì ,il mio toI1p'ido isoma sotto tail man, sotto tal tigrie e1strema, qual se Cup�do a mii1!1e in me s'imprima: 11 ma non è che però di Te fìia doma '1a fisima, -il sofisma, rent , imema, e del tuo s,tral deliro più che in prima. 14 Costruito secondo disegno abbastanza petrarchesco, non tanto da quartina a quartina, dal subito graffiante Graffio (Sguiscio gentil, con cui comincia il sonetto seguente, VIII, sembra muovere da Spirto gentil..., ma anche quivi siamo poi dirottati piuttosto verso Dante) al ritardante mentre, quanto nelle terzine, dal Sì cui si stringe io a ma non che riapre avversativamente la « pia­ ga», il «desir»; questo sonetto pur tanto zanzottiano 62

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