Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

dere, sul tenreno della ricerca, ,le oaratteristiche del gioco alla Hngua. La figura del gioco, dunque, si di 1 spone . (e si conva­ lida confrontandosi col metodo, coi particolari e le ragioni della « paziente esplorazJione » linguistica) come struttura interna al discorso ed elemento della sua pro­ duttività: nella vu1gata e nella sua rie1aborazione, in questo volume del Cours che ha stratificazione e com­ pagine da corpus e, nella scri t tura, movimento e mol­ teplicità da ricerca aperta, tale figura ricorre e va intesa non tanto come manifestazione o mimesi della struttura dei fatti linguistici, quanto come struttura della possibilità di spiegarli. Famiglia di giochi Per questa fi gur a del gioco, e in particolare per la ripetizione degli scacchi, a Saussure viene spesso « acco­ stato » Wittgerrstein, e più precisamente si raffrontano (con predilezione filologica) paragrafi del Cours e pa­ ragrafi delle Philosophische Untersuchungen. Lo fa an­ che il commento del De Mauro, e, devo dire, in 1:empi e modi utili: per porre in risalto concordanze neMe pe­ culiarità di taluni momenti del discorso o argomenti 19 ; nelle proposizioni ,sul 1significato, per esempio, e in quel-le sull'equivalenza di , unità, identità e valore negli ele­ menti linguistici. Non è facile obliterare ,segni o indizi di affinità, nel­ l'argomento significato, tra la lettera di Saussure e quella di Wittgenstein. E' perfino possibile congetturare una lettura interlineare idi un tratto di discorso con un al7 tro: ,di questo enunciato delle Untersuchungen « Dicendo: ' ogni parola di questo linguaggio designa qual­ cosa' non abb1amo ancora detto proprio niente; a meno che non abbiamo precisato quale distinzione desideriamo fare» 20 98

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