Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979
il piccolo Hans (1909. Analyse der Phobie eines funfja_hri gen Knaben, G.W. VII - lt. V). Come ci mostra l'inda gine - accurata, benché (oggi ci appare) alquanto ma nipolatoria - del padre di Hans, non è qui in gioco alcun riferimento ad una qualche « cavallinità », prima feticizzata, poi oggetto fobico 11• Appare chiaro che la fobia di Hans concerne tutti gli animali (gli esseri ani mati) grandi, ed è per forò ch'egli rteme. Se la fobia sem bra fissarsi sui cavalli, è in quanto è còstr�tto a vederli ogni giorno uscendo di casa, prima grandezza unheim lich ch'egli trova fuori del suo Heim. Del resto, non tutti i cavalli lo angosciano. Propongo allora uno schema: nella colonna dei ' + ' inserisco i tratti che hanno valore fobico per Hans, in quella dei ' - 'i tratti non pertinenti: I cavalli (sono): + bianchi grandi campagnoli (possenti) vanno di 'Corsa partono all'improvviso (Hans teme di esser por tato via) nella svolta vt!rtiginosa con cinghia ( + nera --- non nera) cascanti per il peso (con vet tura) non bianchi piccoli cittadini (eleganti) vanno a trotto moderato sostano in moto rettilineo uniforme senza cinghia leggeri (senza vettura) Questo non è che una prima approssimazione alla identità dell'oggetto fobico (tentata ,dallo stesso Freud). Intanto questo criterio oppositivo è quel che rende conto dell'apparente «totemismo» (sistematicamente sfruttato dalla letteratura educante, da Esopo a Walt Disn�y) dell'infanzia. Il cavallo come signifiant « rap presenta» .l'istanza paterna solo perché le differenze tra l 72
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