Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

«differenza ontologica» (differenza tra « esi , stenziale» ed «esistentivo», tra «ontologico» ed «ontico»). Alla 1uce di questa differenza, il cui oblio è alla radice di ciò che Heidegger chiama «metafisica oocidentale», la langue, come sapere, del ·saussurismo pare situarsi, nella storia di questa metafisica, come una vicissitudine del­ l'Ente (Seiende) Supremo. Esso cioè ordinerebbe le dif­ ferenze tra gli enti (Heidegger 1951) - come l'idea del Bene platonica, la divinità aristotelica, o il Creatore della filosofia cristiana medi , eva:le, eoc. - non ente tra gli altri, ma principio ed origine di rutti gli altri. La langue, ente di pura forma, originario ma non eterno (anzi del tutto contingente), è Ente Supremo nella misura in cui produce la divisione di fo:rnna e so­ stanza - nel senso che essa «si manifosta» in una sostanza, lasciandosi individuare come forma. 11 fatto che le lingue siano molteplici dipende dall'arbitrarietà, dal foro non far parte della cpucnc;. Il fangage, piuttosto, è cpucnc; - la langue, benché parte del langage, non è un fatto. Ma si dirà, esiste a n che l'extra-linguistico, la so­ stanza bruta, ,il purport (Hjelmslev). Certo, esiste, ma come l'eale amorfo - perché degli en t i si distinguano oocorre l'Ente�langue. In questo senso la langue è Crea­ trice, cioè 'causa ' degli altri enti (la sostanza). E' però una causa solo formale, non efficiente. Il 't'o 1totouv (l'ente poietico, efficiente) aristotelico è in qualche modo una creatura della langue (sarebbe il parlant,e - per­ ché no, il poeta - che cambia la langue). In effetti, l' activitas di cambiamente> del parlante è causa del cam­ biamento da una fangue all'altra, non della .langue stessa. C'è una discontinuità, un salto brutale, del cam­ biamento come fatto di parole al cambiamento che dà luogo ad un'altra langue; si tratta veramente di due linguistiche. Non c'è rapporto tra l'efficienza della pa­ rola 1 e la formalità della langue. Detto in altri termini, 68