Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

effetti la sostanza presuppone la ,forma, ma non vice­ versa (anche: la sostanza manifesta una forma, ma data una forma non ·Si può arrival"e ad runa sostanza manifestante). « An:-bitrarietà » è il modo di dire, di mani­ festare, ques,ta libertà della langue in quanto forma che costituisoe il proprio mondo; ed un mondo non è che la proiezione di una forma. Su questa Hnea Lacan si spingerà fino a dire (Se II) che la stessa percezione ·sarebbe impossibile senza questa pre-formazione del linguaggio (ma come spiegare, allora, la percezione negli animali?). In quanto origine assoluta (e quindi arbitraria, libera) del mondo come ' , senso ' e ' valore ', la langue rende d'un colpo inso­ lubile il problema dell'origine del linguaggio. Dato che la langue è tutta (système) o non è, la ,sua apparizione èl concepibile solo come immediata, come pura con­ tingenza-arbitrarietà. · Benché non :si , sia obbligati a con­ siderarla ,eterna, esso gode come ,di un',eternità l'etrospet­ tiva (non c'è mondo prima della langue). La sua appa­ r-izione, come del resto il suo cambiare, è cioè un fatto bruto, non linguistico, contingenza pura. La separazione netta di ·sincronia e diacronia è così , il corollario dell'ar­ bitrarietà. Ma tutto ciò equivale a detel'IIlinare la langue come un ent,e (Seiende), che non è creatura (a meno di non immaginare un mitico Istitutore-delle-lingue) ma creatrice dell'uomo (come essere parlante) ,e del' mondo ' (non del 'reale ', nel senso lacaniano). L'oggetto della Hnguistica (saussuriana) è quindi un ente che si caratterizza come: a) contingente, b) non . eterno, e sottoposto ad un cambiamento continuo in­ dotto dall'esterno, c) creatore arbitrario di un _ 'mondo ' (diverso al limite per ogni lingua: ipotesi Sapir-Whorf), d) di pura forma (schema). 7. A questo punto avremmo tutto da guadagnare nel­ l'utilizzare ciò che Heidegger (1927) ha proposto come 67

RkJQdWJsaXNoZXIy