Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

l'-« Educatore» e il « Padremadre» ,per trasfoiimare la , rivelazione-rivoluzione psicoanalitica in una cI"ll!dele · olìtopedia finalistica, e il piccolo perver,so nell'ingegnere paranoico della propria normalità. Riecheggiano qui i temi cari alla critica antiedipica: svincolamento del « desideiiio» dalla • stiiuttura « pararnoica» del triangolo edipico; demistificazione del presunto ontologismo ine­ rente alla rteoria psicoanalitica a favore di una prospet­ tiva ·storic<>-'sociale dhe ne fa fa semplice espressione di una fase ben precisa dello sviluppo borghese-capita­ Hstico; asserzione dell'unico caposaldo costituito dalla funzione «desiderante». Ora, comunque si valutino queste affermazioni, il cui radica.ilismo indiscriminato . rischia di travolgere il valore stesso della fonte cui si richiamano in una gene­ rica equivalenza: pratica psicoanalitica = ortopedia re­ pressiva, più singolare, per non dire improbabile, appare il materiale scelto dagli autori per ,i,llustrarle. Poiché, che si tratti di Nabokov, di Collodi, o della Biblioteca della gioventù cristiana, cosa ci apprendono queste opere sulla « reale natura» dell'infanzia? Bambini raipiti e vaga­ bondi o privatizzati e daustrati, adulti desideranti e collezionisti o famiglie casitranti e 1 sig,illate in se stesse, verdi paradisi degli amori infantili o penose iniziazioni a:l ,ruolo di paipà (o di mammà), come distinguervi o derivarne una verità che non sia ,semplice funzione di questa stessa opposizione speculare? Come individuare una priorità che non •sia, appunto, solo quella del desi­ derio? (E, in primo luogo, del desiderio di chi?) I bambini, si sa, non ,scrivono: sono scritti, e tal­ volta, proprio in questo tipo di letteratura, prescritti ed ip.'scritti in moduli « romanz.eschi» relativamente limitati e ricorrenti (la noia compilatoria suscitata da un reper­ torio minuzioso come ,quella de1la Chombart de Lauwe ne è prova eloquente). Ciò ohe conta, tuttavia, èl che la loro estraneità alla scrittura, doè alla memoria, men- 210

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