Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

stica di una Blanche-Fleur (Bianco-Fiore) spuntata come un perce-neige (buca-neve), per incanto, da tre gocce di sangue cadute sulla neve, da una penna d'oca. J\scol­ tiamo questa trasposizione metaforica di una scena di scrittura: Si s'apeia desor sa lance Por esgarder cele semblanoe Que li sanz et la nois ensamble La fresche color li resamble · Qui ert en la face s'amie, Si pense tant qu'il s'oblie, Qu'autresi estoit en son vis Li vermels sor le blanc assis Corri ces trois goutes de sane furent, Qui sor la blance nois parurent 28 • Si noti ancora che, poco prima di questo episodio, Perceval viene nominato per la prima volta nel testo e ·ri-nomato da11a sua sorel,la di .latte che ,lo informa che il suo nome è mutato da Perceval le Galois in Per­ ceval le Chétif 29 • Così, il disco.riso modella, implica nella sua trasmis­ sione le devianze della lingua madre e rinvia a ciò che lo fa parlare, a quel legato, svincolato e ,liberato dal­ l' auctoritas, in cui non esiste più alcuna articolazione dimostrativa e neppure articoli, in quanto questi ul­ timi, come mostrano i manoscritti del Medioevo, si ag- . glutinano ne lalingua musicale e materna per eccel­ lenza. Come afferma J. Lacan, « lalingua articola cose che vanno ben oltre ciò che l'essere parlante tollera di sapere enundato » 30 • Pertanto, risulta più chiaro come per l'auctor esi­ sta un rischio nel fatto di far appello al proprio sa­ pere e non al sen dell'autor che, quanto a lui, non sa nulla più di quanto apprende da lalingua stessa, senza il cui sen J' actor diviene il cattivo istrione del proprio sapere. In questo caso la Poétrie (-l'attività del poeta) 182

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