Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979
studio non aincora dato alle stampe. Bisogna notare tuttavia che, fin dalla fine del prologo, Chrétien ci parla indirettamente di questa délivrance (liberazione) ambigua dall'autorità donatrice. In antico francese, in fatti, il verbo délivrer significa sia «mantenere » una promessa che « liberarsene»: Dont avra bien salve sa peine Crestien, qui entend - et paine Par le comandement le conte, A rimoier le meiller conte Qui soit contez a cort royal: Ce est le Contes del Graal Dont li quens 'li bailla le livre Oez coment il s'en delivre 27 • .. -� -!= -:-:· ��z-·i,�- r Il gioco degli omonimi su conte (conte), personag gio, e conte (raoconto), che ,si trova in fine di verso, ci consente di intravvedere fino a che punto la lingua del racconto sarà « int·l'eodata» nelle sue lettere. Pertanto, H dono vincolante mediante il quale si esercita una sorta di violenza nascosta, violenza che, al di fa degli esempi citati, si ritorce in definitiva con tro la lingua ,dell'auctoritas, instaura nella lingua del l'auctor una «commedia» in cui -l'auctor, l'autor, e I' actor finiscono per confondel'si o danno di sé uno -spettacolo drammatiéo. Questa mescolanza non èJ estra nea all'analoga confusione che il Medioevo ha fatto subire a questi tre termini, sia a livello della lettera che a quello dell'etimologia. E, se l'actor recita la propria finzione di autor, erige a spettacolo ,la maestria simulata, ciò avviene in quanto nel luogo più riposto di questa commedia del sapere egli «libera », con un abile arte del retrire, il sen del suo fol penser. Abbiamo visto anche grazie a quale gioco inventivo l'iniziato, H salvato fa propria l'iniziativa del modello. Gli esempi citati a proposito di Gauvain mostrano inol- 180
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