Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979
tale rifiuto, secondo il codice deHa cavalleria, implica il disonore del cavaliere stesso. Così Gauvain riesce a mettere il suo partner m posizione di scacco. Del resto, non è questa l'unica volta in cui Gauvain recupera la propria libertà di azione: le sue astuzie diverranno sempre più sottili nel corso di una stessa narrazione, e al contempo meno esplicite. Posto di fronte ad un altro cavaliere, di nome Guiromelan, e vincolato da una promessa reciproca di dire tutta la verità, Gauvain recita la commedia della verità nel suo discorso, in ,realtà quanto mai menzognero, mimando la figura ritmica del discorso non meno immaginario del.l'altro. Così, Guiromelan, astutamente scoperto, si vede costretto a credere alla ciarlataneria di Gauvain. Non solo: nell'impossibilità di confessare i propri stra tagemmi, resi silenziosamente presenti dal ·ritmo figu rativo del discorso di Gauvain, Guiromelan ne diviene complice. Tutti questi episodi di cui .il Conte du Graal è co stellato non fanno che riprodurre in altre forme il dono vincolante che impegna anche il narratore stesso. Chré tien de Troyes si trova infatti costretto a ,rispondere al libro che Filippo di Fiandra gli offre in dono con una controprestazione che consiste nel rimoier (rimare, riprodurre) il raoconto senza conoscerne il contenuto. Impegno , rischioso per un poeta che • scopre in un secondo tempo la difficoltà di restare fedele ad un argomento la cui ortodossia cristiana è soltanto appa rente. Grazie ad un colpo di genio, Chrétien de Troyes (o de Troie) « trova » in una lingua profondamente enigmatica e secondo il . significante del proprio nome, il modo di rimoier come « cristiano » e come « troiano » (cioè come « pagano ») la falsa ortodossia del donatore del libro. Non è questa fa sede per analizzare detta gliatamente questo « legame musaico » del Perceval di Chrétien de Troyes, cui abbiamo dedicato un lungo 179
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