Il piccolo Hans - anno VI - n. 22 - aprile-giugno 1979

'- l'antico francese conosce i,l verbo retraire (ritrarre). Le virtualità semantiche di questo termine offrono H van­ taggio di esprimere anche il senso di «ritirare», «sot­ trarre». Se si vuole comprendere , il carattere specifico di quanto rimane in-imitabile nella trasmi , ssione di cui ci occupiamo in questa sede, è necessario tener pre­ sente questo duplice processo riassunto · nel verbo retraire. A partire dal momento in cui il volto deH'auctor svanisce di fronte a quello dell'autor, vale a dire, nel migliore dei casi, quando il lettore o il discepolo hanno riconosciuto a qual punto il legame che tiene unito il discorso del modello sfugge sotto l'ineluttabile abuso di potere attraverso cui il maestro si presenta in modo fittizio come auctor, -l'imitazione diviene problematica. Non si tratta più, allora, di imitare i volteggi e le volute del ritmo di quel discorso, ma di comprendere che la libertà da conqui•stare ,si ,sviluppa nell'atto di invenzione, nel senso latino di invenire = «trovare». In altri termini, il nuovo operatore dovrà trovare il proprio ritmo specifico, donde discende l'impronta del nome e della fama, (renom) in breve la ri-nomanza me,diante la quale fa parola si muta in atti, senza da ciò escludere fa commedia. Per illustrare questo aspetto della trasmissione del legato, faremo riferimento a quel che, nei romanzi del ciclo di Artù, viene definito il dono vincolante 26 : un dono avvelenato che, nella maggior parte dei casi, serve a riattivare l'avventura e a spostare il polo dell'inizia­ tiva da un partner all'altro. Per evitare confusioni derivanti dal fatto che, nel corso di tale avventura, i due partner assumono di volta in volta il ruolo ,di donatore e di beneficiario, li distingueremo , come « :salvatore» e «salvato». In seguito ad un favore accordato dal ,salvatore ad 177

RkJQdWJsaXNoZXIy