Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

corpo come luogo della castrazione, opera un rinvio altrove. Scrive Freud, a proposito dell'Architettura dell'isteria, « Lo scopo sembra sia quello di arrivare alle scene primarie (Urszene). In alcuni casi vi si per­ viene direttamente, in altri solo per via indiretta attra­ verso le fantasie... » 2 • La fantasia isterica incurva la linearità del sintomo verso una dimensione esterna alla soggettività del sog­ getto così come alla sua sessualità, esterna alla sua storia individuale quanto al suo discorso, presente co­ me un prima logico che sovverte l'ordine cronologico. Essa non era certo sfuggita a Freud quando osserva: « Attacchi di vertigine e crisi di pianto sono tutte cose dirette verso l'Altro, e per di più quel preistorico in­ dimenticabile Altro che più tardi non sarà eguagliato da nessuno 3 ». Ed altrove osserva: « E' possibile che il noto are de cercle dei grandi attacchi isterici altro non sia che un energico gesto che rinnega, mediante in­ nervazione antagonistica, la posizione del corpo adatta al rapporto sessuale » 4 • L'irrigidimento del corpo femminile, che rifiuta e seduce al tempo stesso, condensa nel gesto l'estrema contraddizione dell'economia isterica, si esprima essa nel sintomo, nel discorso o nella scrittura. Contraddi­ zione intorno alla quale Freud costruisce il suo model­ lo, la sua « macchina teorica per la produzione della donna » dimenticando che qualche cosa sfugge al suo schema, qualche cosa di estremamente piccolo ma che, come vedremo, basta per far stridere i suoi ben orga­ nizzati congegni. Ricostruendo la genesi dell'atto isterico Freud in­ dividua una successione di stadi che si imperniano sul- 1'asse del godimento e che egli così sintetizza: « a) sod­ disfacimento autoerotico senza contenuto rappresen­ tativo; b) lo stesso, collegato a una fantasia che sfocia nell'atto di soddisfacimento; c) rinuncia all'atto con 97

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