Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

viene tradotto con una chiave fissa e prestabilita in un altro segno di significato noto...». Pur collocandosi in questa «scuola» Artemidoro introduce una variante di lettura che personalizza il sogno, in modo che lo stesso elemento di sogno ha per il ricco, l'ammogliato, l'ora­ tore, un significato diverso che per il povero, il celibe, o il commerciante». L'essenziale di questa arte inter­ pretativa è il principio dell'associazione. Un oggetto so­ gnato è ciò che esso evoca: non solo all'interprete del sogno, o al sognatore stesso, ma al sistema culturale «oggettivo» nel suo complesso. A proposito della nota 4 Si legge in Plutarco: «(Dioniso) uccise un personag­ gio che egli stesso aveva elevato a una posizione di comando, Marsia, poiché aveva sognato di ucciderlo: una tale visione, disse, non gli si sarebbe presentata di notte, nel sonno, se durante il giorno non vi avesse pensato e non si fosse proposto di farlo...». Il caso è interessante perché pone la questione se la natura etica dell'uomo si mantiene anche nel sogno, se dunque l'uo­ mo che sogna è responsabile di ciò che sogna. E' que­ stione questa particolarmente inquietante per gli an­ tichi, e là dove non giochi la nozione di «inconscio». Come spiegare altrimenti delle ·«'immaginazioni non volute », o dei desideri «peccaminosi»? Sir Thomas Browne, con gli antichi, e insieme an­ che a Schopenauer, crede che vi sia in sogno piena conformità con il carattere dell'autore del sogno: come è evidente dagli esempi che porta più avanti. Scholz, nel suo Schlaf und Traum, riportato anche da Freud, fa esattamente lo stesso esempio di Browne per confer­ mare la sua tesi, secondo cui «nel sogno è verità, e 85

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