Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

sogni che ci rivelano profondamente a noi stessi. Lu­ tero che non avrebbe avuto paura di uno spirito di notte, ne sarebbe stato certamente terrificato di giorno. Alessandro non sarebbe di sicuro fuggito davanti alle battaglie più difficili nel sonno; ma non così avrebbe fatto Demostene che ad esse era poco preparato anche da sveglio. Persone di grande integrità non muteranno in peggio nei loro sogni; delle menti nobili non pos­ sono fare cose spregevoli nel sonno. Crasso che era così avaro da sveglio, non avrebbe certamente potuto essere prodigo nel sonno. Ma un uomo avrebbe potuto vivere tutta la vita della prodigalità notturna di Antonio. C'è un'arte del causare i sogni, oltre che dell'inter­ pretarli. I medici ci dicono che certi cibi provocano sogni turbolenti, altri ci danno sogni quieti. Catone che adorava il cavolo, ne risentiva poi nel sonno; gli egiziani invece traevano vantaggio dall'astinenza dalle cipolle, dovuta a superstizione. Pitagora avrebbe avuto dei sogni più tranquilli se si fosse astenuto dai fagioli. Lo stesso Daniele, grande interprete dei sogni, con la sua dieta a base di legumi, non scelse evidentemente un cibo adatto a sogni tranquilli, almeno secondo la medicina greca. Per andare più a fondo nel discutere gli effetti allu­ cinatori dei sogni, gli oggetti irreali che vi appaiono sono spesso più grandi del normale, perché essendo visti nello stato vaporoso del sonno, il loro diametro si ingrossa; dal che si dimostra che è più facile so­ gnare dei giganti che dei pigmei. Democrito raramente poté sognare gli atomi, lui che ci pensava così spesso. Elmonte sognò invece di essere una bolla d'aria che si estendeva fino all'ottava sfera. Un po' d'acqua sem­ bra un grande mare, un soffio di vento una tempesta, un grano di zolfo nel sangue una fiamma come l'Etna, 80

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