Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

Ma anche il servo contravviene all'ordine, sostituendo al neonato il cadavere di un proprio figlio nato morto, e allevando nella sua casa il neonato di Mandane, che in futuro, con il nome di Ciro, rovescerà Astiage e in­ staurerà il dominio dei Persiani sulla Media e regnerà - come previsto dal sogno - « su tutta l'Asia». Il meccanismo, il modo di funzionamento, del sogno è tuttavia più complesso. Astiage, venuto a conoscenza del fatto che Arpago gli aveva disubbidito, si vendicherà crudelmente su di lui. Invitato Arpago a pranzo, e otte­ nuto con un pretesto che si facesse precedere dal fi­ glioletto tredi�enne, fece sgozzare il ragazzo e ne diede le carni, parte arrostite, parte bollite, da mangiare al padre. Da ultimo mostrandogli la testa, le mani e i piedi, che erano stati preparati a parte in un canestro, gli fece riconoscere ciò di cui si era cibato. Arpago covò la vendetta, e fu precipuamente con il suo aiuto che Ciro riuscì ad abbattere il nonno Astiage. Il sogno quindi non solo « prevede», ma influisce in maniera diretta nella catena degli eventi. Gli uomini, nei loro tentativi di sottrarsi al destino che il sogno anti­ cipa, finiscono per determinare essi stessi le condizioni per cui il destino si adempirà. Ha quindi, secondo la distinzione di Artemidoro di Daldi, il carattere di un . sogno vero e proprio, o, con il linguaggio del suo tra­ duttore rinascimentale Pietro Lauro di Modena, di « vi­ sione». Artemidoro - che scrive sette secoli dopo Ero­ doto - distingue infatti tra « sog n o» ed « insogno». Quest'ultimo dipenderebbe da uno stato del corpo; il primo, al contrario, dell'anima, e « perciò gli è posto il nome da essa compositione, perché oniros a Greci, da on che significa vero, et irin che segnifica parlare com­ ponesi». Il sogno, dunque, parla, ma parla in due modi, rispecchiando letteralmente la realtà avvenire (si sogna di naufragare e si naufraga), ed è allora « speculativo»; o significando « una cosa per l'altra, manifestando essa 67