Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

cisa a possedere senza essere posseduta, ipocritamente obbediente alla «jurisprudence de la paroisse» 37 , una donna la cui sensibilità, i cui stessi desideri, sono esclu­ sivamente cerebrali: l'immagine, in una parola, di una «La'is intellectuelle» 38 , nei confronti della quale l'unica strategia efficace è l'implacabile inflessibilità del boia. All'attesa paziente e passiva, alla fiducia e alla fedeltà infantili di Montriveau, Ronquerellos suggerisce l'alter­ nativa del terrorismo e della violenza, secondo una legge psicologica che, per corrispondere ad una massima più volte enunciata nel testo, trova tuttavia nel caso di Antoinette de Langeais un terreno particolarmente favorevole. E' questo, sin dall'inizio, il ruolo delle premonizioni, la cui funzionalità appare pertanto duplice: negative o sinistre, esse indicano oscuramente, ma con il pro­ cedere della storia sempre più chiaramente, il destino della protagonista, rafforzandone le difese e giustifi­ candone le resistenze; d'altra parte, in quanto tale destino si realizza attraverso il consenso alla passione, esse ne costituiscono la causa diretta, radicandone l'ori­ gine proprio nella paura. Dalla prima impressione di sgomento provata in presenza di Montriveau 39 al monito del vidame de Pamiers «dans lequel Mme de Langeais craignit de trouver une prophétie» 40 , dall'inquietudine destata dall'assenza dell'amante ai presagi di morte suscitati dall'invio dei biglietti da visita 41 - delega minacciosa che, mentre sottolinea l'assenza fisica del mittente, ne attesta la sorveglianza costante, la pre­ senza nascosta - Antoinette de Langeais subisce una lenta metamorfosi destinata a fiaccare la sua «vo­ lontà» rendendo infine possibile il manifestarsi della passione 42 • Infine, durante il ballo che precede l'episo­ dio del rapimento, tutti questi temi confluiscono met­ tendo definitivamente in luce la duplice funzionalità della premonizione e della «paura»: strumento del- 40

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