Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

o adulazione. Di conseguenza il desiderio stesso appare dislocato e riflesso: se il suo oggetto, attraverso la mediazione del riconoscimento altrui, è il soggetto stesso, i suoi strumenti, dalla cura meticolosa posta alla toilette all'osservanza dei codici di comporta­ mento mondano, dalla delicata arte della coquetterie all'effimero antagonismo di passioni semplicemente epi­ dermiche, consistono tutti nella costruzione di un'im: magine, secondo una dinamica che fa dipendere la con­ sistenza individuale e la sua stessa esistenza sociale dall'altrui consenso. Regno della donna, il salon è que­ sto teatro di mobili ed effimere apparenze in cui il prestigio è funzione di un'ammirazione incondizionata e al cui interno l'uomo è semplice « idole (s) de bois doré», pretesto di passioni fittizie, tramite di un pia­ cere semplicemente narcisistico 20 • Compiuto prodotto di tale ambiente è Antoinette de Langeais, invidiata e corteggiata protagonista della vita mondana della Re­ staurazione. Circondata dalle ,sue « dames d'atours» che ne divulgano ed amplificano i modi e lo spirito, essa incarna perfettamente « le détestable ròle de la femme à la mode», sintesi di passione apparente e fred­ dezza reale, di studiata espansione e profonda maUrise de soi 21• Al polo opposto si situa la figurn dell'ex ufficiale napoleonico, sprezzante del pericolo come della gloria, « habitué à n'·exister que par une estime intérieure et par le sentiment du devoir accompli» 22 , del viaggiatore intraprendente e sfortunato, dall'espressione grave e raccolta, la cui parola « avait la concision du langage des gens solitaires ou des sauvages » 23 • Alla « femme du .faubourg Saint-Germain», frutto di una precisa evo­ luzione storica e tutta risolta in esteriorità, si contrap­ pone l'immagine dell'ufficiale dell'Impero, dalle opi­ nioni liberali e « presque républicaines» 24 in cui, al 36

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