Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

tuttavia, l'asimmetria non subisce alcuna rettifica, ché anzi la vicenda si articola, più profondamente, nel rap­ porto presenza/assenza e, proprio in base all'assenza e al fallimento delle mediazioni intese a colmarla, si costituisce in testo, in « poème ». Alla situazione iniziale, retaggio storico e psicologico ad un tempo, è dunque necessario risalire per distin­ guere, nell'intreccio di motivi che la costituiscono, i principi dinamici di uno sviluppo alternativo: l'insor­ gere della libertà dalla statica compagine dei condizio­ namenti socio-culturali. Prototipo della « femme du faubourg Saint-Germa­ in » in periodo di Restaurazione 6 , Antoinette de Lan­ geais è presentata come un « portrait inachevé », ai cui tratti confusi solo « l'éclat de jeunesse (...) don­ nait (...) une sorte d'ensemble » 7 • Precaria sintes , i delle contraddizioni della propria classe, essa incarna l'errore storico di un'aristocrazia che ha sacrificato la forza all'apparenza, la sua missione sociale alla lotta degli egoismi particolari. Di qui il lungo « aperçu sémi-poli­ tique » 8 che apre il secondo capitolo: critica sistema­ tica della politica del Faubourg ma anche premessa ne­ cessaria al racconto successivo, destinata a fornire la « définition des causes » e l'« explication des faits » 9, se­ condo un rapporto di funzionalità reciproca che all'analo­ gia ricorrente nazione francese= donna 10 fa corrisponde­ re, nella parte propriamente narrativa, l'immagine femmi­ nile come prototipo ed esemplificazione di una certa ari­ stocrazia parigina. In questo senso si è potuto leggere il romanzo come una sorta di allegoria politica, indivi­ duando nelle differenze che oppongono i due protagonisti il contrasto ideale fra un'aristocrazia « vive et vide à la fois » e l'uomo virtualmente capace di canalizzarne 32

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