Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978
dell'utilità di leggere o rileggere alcuni saggi di Ja kobson in una traduzione e in un volume che con sentono di praticare la serie delle contiguità e dei rap porti sulla traccia, di ricerca e di discorso, e sull'ar gomento segnalati dal titolo: Roman Jakobson, Lo sviluppo della semiotica, Milano, Bompiani, 1978. Lo studio introduttivo di Umberto Eco si adatta a questa utilità: dispone in una cifra nuova il senso e la chia rezza del discorso di Jakobson, certo provvede un ordine di lettura. La risposta dell'esempio raggiunge apertamente e con tempestività } '. accezione e lo stesso enunciato della seconda «assunzione di base». Ebbene, proprio in questo luogo si osserva che Ja kobson «è stato il primo linguista» a proporre (par lando già le cifre delle indicazioni bibliografiche) la tricotomia di Peirce «come strumento efficace per la comprensione delle differenze e delle identità tra vari tipi di segni» (p. 14). La quarta «assunzione di base» istituisce la possibilità di una «prospettiva unificata» per la descrizione di tutti i sistemi semiotici; mentre la quinta concerne le differenze e il dovere di isolarle e descriverle, sullo «sfondo» dell'«omogeneità», nei modi di produzione, nelle «modalità del rinvio», nel modo stesso in cui i tipi di segni e di codici esistenti «sono percepiti e memorizzati» (p. 21). Ma nell'or dine e nel ragionamento che legano il secondo prin cipio al quinto si ripete il giudizio sulla proposta di applicare all'analisi e di tradurre nell'argomentazione dell'unitas varietatis la tricotomia peirciana: e si ci tano dal «vasto saggio panoramico» sullo sviluppo del la semiotica, che appartiene alle sistemazioni delle «prime idee», le definizioni delle tre modalità semio tiche (secondo la centralità della relazione di rinvio). Nella «formula stringata» di Jakobson l'indice è «un rimando dal significante al significato in virtù di una contiguità effettiva», l'icona «è un rimando dal si- 168
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