Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

più spesse nubi problematiche. Nell'eros platonico, la bipolarità di umano e divino e l'alternanza del loro prevalere rimane senza una chiara indicazione di ege­ monia intenzionale. La via inventionis parte dagli og­ getti sensibili (il bel corpo individuale, la forma uni­ versale dei bei corpi) per salire verso il mondo delle idee e del divino. Questo ascensus inclinerebbe a pen­ sare il divino come sublimazione del sensibile; se non fosse che, giunto a quel punto finale, lo spirito umano scopre che questo è anche e prima di tutto la propria origine, e che l'itinerario percorso è stato un ritorno a casa. « Questa idea della duplice natura dell'uomo, dell'origine e della qualità divina della sua anima, co­ me pure della sua liberazione dal mondo sensibile e della sua ascesa verso la patria divina da cui essa pro­ viene, costituisce il livello fondamentale su cui riposa ogni idea di eros» 33 • Ma se l'avvio del movimento è stato pur sempre il desiderio del sensibile, come garantire che il divi­ no - presunta origine - non sia retroproiezione del- 1'oggetto finale-irreale di quel desiderio? Non è, Platone, un Feuerbach che s'ignora, e Feuerbach un Platone rinsavito? Non è l'antropologia l'anima di verità del- la teologia? O supponiamo che effettivamente l'eros sia scintilla divina che anela a ricongiungersi col suo principio: non viene allora l'uomo assorbito in Dio, l'antropologia in teologia? La teologia orientale ha cercato nel concetto di « immagine di Dio» il punto di difficile equilibrio tra le due minacce di franamento: verso l'umanesimo antropocentrico da una parte e verso la mistica del­ l'annullamento uma · no dall'altra. Immagine di Dio, l'uomo è a un tempo simile e diverso dal suo creatore; affine e derivato, deiforme e creatura 34 • Su questa stra­ da, anche l'Oriente può lanciarsi nell'idealizzazione di Maria. La teologia dell'immagine garantisce - almeno 144

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