Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978
gna/fuga (o nascondimento). Perciò la fede cristiana, anche nella sua istanza critica e demitizzante, preferisce correre il rischio di qualche residuo di ambiguità che perdere la ricchezza di significato che quella catena offre all'interpretazione. B. La grazia (o bellezza della donna ideale). «Piena di grazia» è la dizione positiva che la pietà e la teologia hanno associato al titolo letteralmente negativo di Immacolata. Già nell'elaborazione scolastica medioevale, grazia aveva perso l'accezione primaria (cioè biblica) di gratuità e misericordia divina verso l'uomo, per assumere un carattere antropologico (co lato in categorie aristoteliche) di habitus, di causa for male, che investe e riveste l'anima umana rendendola gradita a Dio e capace di attività soprannaturale (fede speranza amore) 29 • Ma nella contemplazione e nella lode dei fedeli quel grazia doveva subire un ulteriore trapasso semantico, uno spostamento d'accento, non tematizzato teologicamente ma operato sul piano del l'affettività religiosa. Veniva quindi a dire bellezza e fascino, splendore e luminosità, secondo l'uso diven tato poi lessicalmente dominante. Piena di grazia, detto di Maria l'immacolata, signifi cava dunque colma di bellezza, ricca di quelle qualità personali che, irradiandosi, toccano e attivano le più profonde capacità di commozione e di ammirazione. A partire dal Medioevo, Maria diventa nella chiesa occidentale l'oggetto per eccellenza della «devozione», cioè di un sentimento religioso che è a un tempo stu pore e dedizione, contemplazione e consacrazione. In una tesi celebre e suggestiva, Denis de Rougemont ha collegato questo fenomeno al culto della donna ideale, che irrompe in Occidente con l'eresia catara e prende 142
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