Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

L'esigenza che il sensus fidelium esprime nei con­ fronti della madre di Dio è quella di una purezza senza ombra, che la renda degna di accostarsi al Santo, di portarlo in sé nella stessa sua esistenza corporale. Ed è ancora quella di una innocenza esemplare, su cui specchiare la propria esperienza di colpa, di impurità, di disordine; per trarre a un tempo una più pungente coscienza di peccato e una pacificante speranza di pu­ rificazione. L'ambiguità del sacro è interamente ban­ dita dall'immagine cristiana di Dio. Egli è il Santo; ed essere santi è la condizione e insieme il frutto del­ la comunione con lui: ecco quanto dice nella densità di una figurazione simbolica la fede nell'Immacolata Concezione. Questa nettezza del disegno simbolico non comporta però necessariamente una corrispondente pulizia della sua trascrizione intellettuale e affettiva. L'ambiguità fugata dal Santo torna ad addensarsi sul sentimento e sull'idea della santità, e quindi a proiettarsi sull'im­ magine della « tutta santa». Proprio il termine « immacolata» ci mette nel bel mezzo di un concetto sporco. Perché ci rifacciamo al­ la macchia per dire una mancanza di purezza, un de­ ficit di santità? Notiamo anzitutto che il ricorso non è convenzionale; la macchia è un'immagine arcaica del­ la colpa, in senso non solo cronologico ma antropolo­ gico: un'immagine primordiale dunque, e insopprimi­ bile 20 • Ora, macchia dice letteralmente un'impurità esterna, una sporcizia; come mai essa è passata a si­ gnificare la colpa, impurità interna? Come mai le mani lorde di sangue o il corpo polluto nel rapporto ses­ suale sono venuti a dire la contaminazione della co­ scienza morale? Lascio ad altri il godimento di « spie­ gare scientificamente» questo processo sulla falsariga di introiezioni e simiìi. Personalmente trovo più sen- 137

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