Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978
sacro è presente come ambivalenza del rapporto tra Dio e l'ordine cosmico-sociale. Creatore del cosmo e fondatore dell'istituzione di Israele, Yahvé ne appare come il garante; le strutture politiche e religiose del suo popolo portano il sigillo divino. E tuttavia esse non vengono mai identificate al divino stesso; anzi, da Yahvé può venire la loro suprema contestazione e minaccia, attraverso l'irrompere della parola profetica che ne denuncia lo scadimento e ne annuncia il crollo. E' quel contrasto e intreccio di istituzione e carisma 18 che in Israele e poi nella storia del cristianesimo si manifesta nei momenti di crisi, con esiti diversi ma sempre sensibili. Curiosamente, però, questa dialettica non si inca nala nell'alveo simbolico del puro/impuro; le due cop pie seguono - nella tradizione cristiana - strade di� verse, per quanto non scevre da interferenze recipro che, da collusioni spesso sotterranee. Mentre la con trapposizione istituzione/carisma esprime, come è ov vio, il problema dell'ordine oggettivo, esterno, della collettività organizzata, l'antitesi puro/impuro si con centra nella significazione dell'ordine soggettivo, in terno, della vita individuale. A questa differenziazione se ne aggiunge una se conda: il sacro perde il carattere ancipite di · oscilla zione tra puro e impuro, e si fissa stabilmente sul puro. La purezza come ordine della soggettività appare in accezione inambigua: l'avvicinarsi del Santo non può mai minacciarla, ma soltanto farla trasalire di gioia. Se anche nella Bibbia, Vangeli compresi, c'è un tre more all'apparizione del divino, questo non è dovuto a una sua misteriosa carica di impurità come eccedenza di vita, ma viceversa alla coscienza della sua superiore e intrasigente santità, che brucia il suo contrario, che non tollera il disordine interiore, l'impuro. « Signore, allontanati da me che sono un peccatore» (Le 5,8) 19 • 136
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