Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

3. L'Immacolata come simbolo. Tentativi di un'er­ meneutica A differenza di altre definizioni dogmatiche, dove la posta in gioco è altissima dal punto di vista della professione di fede (si pensi ai dogmi cristologici dei secoli IV e V), la partita dell'Immacolata Concezione è tutta giocata sul terreno domestico di un'ampia ac­ cettazione della posizione eccezionale di Maria. La sua santità è senza confronto con quella di tutti gli altri uomini: su questo punto nessun dubbio sfiora nep­ pure i più decisi anti-immacolatisti. , In questione è soltanto come sia possibile e se sia opportuno « ogget­ tivare » quella eccezionalità in precise determinazioni concettuali e cronologiche, su un campo dove - tra l'altro - teologia e biologia sconfinano pericolosamente l'una nell'altra. La storia della credenza nell'Immaco­ lata Concezione fino alla sua definizione dogmatica è la storia di varianti teologiche entro una costante religiosa, di controversie di scuola su un comune re­ troterra di spiritualità, di dispute su concetti entro una stessa area di simboli. E quest'area religioso-sim­ bolica non si estende solo a tutta la cattolicità, ma la travalica verso un ecumenismo cristiano se non in­ tegrale certo ampiamente maggioritario. Quando dunque ci chiediamo quale sia il signifi­ cato dell'Immacolata Concezione, più che interessarci allo specifico della formulazione dogmatica e degli ar­ gomenti addotti in suo favore 12 , intendiamo interrogare quel sottofondo invariante e complesso che è l'imma­ ginario del popolo cristiano di fronte a questo titolo e a ciò che esso evoca. Tre simboli sembrano spic­ care su tutti in questo paesaggio: la macchia, imma­ gine legata alla letteralità del titolo (immacolata = senza macchia); la grazia o bellezza, corrispondente po- 133

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