Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978
nesso una forza che s'avvicina alla teoria leibniziana del migliore dei mondi possibili: Dio poteva preservare Maria dal peccato (potuit), era anzi la cosa migliore che potesse fare (decuit), dunque doveva farlo. Il decuit scivola nel debuit 3. Al punto che la convenienza non è soltanto rilevata a posteriori - a dogma già defi nito - come tentativo di interpretarne il senso, ma è argomento addotto a priori, · quasi matrice dottrinale del dogma stesso. Ora, le ragioni di Dio non sono oggetto di rifles sione teologica; ne sono il presupposto. Un po' come la « cosa in sé» per i fenomenologi: essa si risolve co gnitivamente nella serie dei « punti di vista» che la riguardano, ma è insieme al di là di tutti loro, come concetto-limite, come pienezza mai esaurita. La corolla dei « punti di vista» sull'Immacolata Concezione è quella che si viene formando lungo la tradizione sto rica della comunità cristiana 4 • Ed è storia che tocca l'interpretazione della Bibbia e la predicazione, il di battito teologico e il culto, la pietà popolare e l'espres sione lirica individuale. 2. Ripercorrendo la storia Fino al sec. V la credenza nell'Immacolata Conce zione rimane implicita; lo stesso documento pontificio di definizione del dogma non potrà trovare altro nei secoli precedenti che « quaedam indicia et quasi ve stigia huius sententiae» 5 • Tali indizi e tracce sono « l'idea di Maria come nuova Eva, l'idea della sua ver ginità interiore e di una santità straordinaria che ador na la Madre di Dio» 6 • Santità che, almeno m qualche caso (per es. in Ambrogio), induce a parlare di assenza assoluta di peccati personali. Il problema dell'esenzione di Maria dal peccato 129
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