Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

mo e della donna rispetto al luogo del loro godimento e dell'accentrazione della loro soggettività. Ciò che l'isterica sente, anche se non sa, è questo luogo barrato dal godimento femminile, dove si sono depositate concrezioni immaginarie estranee allo spa­ zio della società e della cultura ma profondamente plasmate, al tempo stesso, dalle loro determinazioni ideologiche. Così la fantasia di un ventre che contiene animali felici compatta il fantasma del figlio parteno­ genetico con la sua degradazione, culturalmente indot­ ta, ad uno statuto animale. D'altra parte tale degrada­ zione risulta funzionale alla sua conservazione, sottraen­ do l'oggetto fantasmatico alla presa stritolante del simbolico. Il bambino, generato dall'unione sessuale, procreato nel ' nome del padre ' è sempre altro, per la donna, rispetto al suo bambino partenogenetico, all'animale della sua riserva interiore n_ Qui la bambina tenta una ricomposizione del suo corpo frammentato (altro to­ pos dell'immaginario infantile) a partire dall'esperien­ za unitaria dell'autoerotismo. Si delimita così una zona dello psichico dove ogni contrapposizione dicotomica si annulla, dove immagi­ nario e simbolico, materia e forma, pulsione e rimo­ zione si compenetrano, investite da un medesimo con­ traddittorio desiderio. E' solo per effetto della rete, che imprigiona il corpo palude di Ti'amat se, cogliendo i risultati delle elaborazioni secondarie, possiamo pre­ supporre uno schema d'ordine là dove regna la compe­ netrazione infetta degli elementi. Così Freud, operando una riduzione del materiale dell'inconscio alla razio­ nalità del sistema, propone, per dar ragione della tur­ bolenza isterica, una sua spiegazione nei termini oppo­ sitivi della bisessualità, capace di organizzare la co­ stellazione dei sintomi intorno alla bipolarità di ma- 113

RkJQdWJsaXNoZXIy