Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

to, solo . nella concatenazione dei suoi effetti. Effetti di godimento, abbiamo detto, dove non vi è nessun Io che li organizzi intorno ad una soggettività, ma solo un corpo che sente, un corpo resistente, opaco, che fa argine, con la sua stessa materialità, al dilagare della libido. Il godimento si rivela allora come una tensione impossibile, come uno stato di estrema con­ traddizizone poiché tanto il corpo quanto il fantasma, sulla cui articolazione il godimento si produce, evocano e smentiscono al tempo stesso la possibilità di una fu­ sione totale, pacificante, nell'identità dell'Uno. Se per certi aspetti, primo tra i quali la funzione di causa materiale del godimento, il fantasma che il testo evoca può essere rapportato al Fallo, per altri se ne allontana presentando una specificità che ce lo rivela tipicamente femminile. Sebbene esso significhi, infatti, l'unità, è nel registro dell'avere (dell'avere tutto) che essa si coniuga anziché, come per il Fallo, in quello dell'essere (essere tutto). La frase con la quale il testo si apre « Marianna aspetta un bambino» costituisce una articolazione, una possibile divisione all'interno dell'unità: l'uovo esio­ deo appare già incrinato, segnato da una linea d'ombra che prefigura lo stacco dell'oggetto. Eppure il godimento ci dice che dietro questa rap­ presentazione funziona un altro fantasma, più arcaico ed indifferenziato che non possiamo cogliere nei vis­ suti personali se non già elaborato da un immaginario storicizzato, se non già articolato in un corpo sessuato che imprime ad ogni ideazione le segmentazioni che lo attraversano. Se il « prima » si rappresenta, è allo­ ra solo nello spazio del mito, là dove possibilità ed impossibilità si coniugano. Ma anche nel mito, ciò che sta prima della parola che legifera è già sottoposto a condanna ed interdizione, è il male opaco sul quale la razionalità si legittima e 107

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