Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978
nienti dall'esterno, secondo una logica associativa mol to prossima a quella del sogno. In queste occasioni Francesca aveva raccontato che, prima di addormen tarsi, spesso si divertiva ad immaginare, dentro alla sua pancia, una grande foresta con alberi, fonti e radure, dove vivevano, in libertà ed armonia, i più svariati animali scampati, in tal modo, alla caccia del l'uomo e a tutte le avversità della vita reale. Ultima mente la bambina lamentava, verso sera, inspiegabili do lori addominali che si accompagnavano a un calo di umore e di vivacità e ad un ritiro in se stessa. Il testo, che riportiamo integralmente, ha tratto il suo materiale dalla · visione del telefilm a puntate ' Sandokan ' che si era concluso proprio in quei giorni. Scrive Francesca: « Marianna aspetta un bambino da sei mesi ha i primi sintomi di mal di pancia non sta bene per niente si continua a lamentare di un for tissimo mal di pancia. 9 mese Sta per partorire ma Sandokan non vuole Janez insiste per lasciarla parto rire. Marianna sta male e dice lasciami partorire no e poi non dice Sandokan Marianna è disperata. I servi di Sandokan non sanno nulla perché Marianna da quando aspetta un bambino non esce più perché si vergogna, di avere il pancione. Sandokan finalmente si convince e nasce un bel maschietto». La scansione del testo è data, come abbiamo detto, dagli effetti cro matici che raggiungono una indubbia efficacia dram matica. Lo scritto è la rappresentazione di una fantasia preconscia che si oggettiva nello spazio del transfert: una manifestazione di quel silente lavoro femminile che denomineremo, l'« elaborazione del parto» in ana logia con la « elaborazione del lutto» trattata da Freud a proposito della malinconia. Il testo inizia con una reiterazione del dolore, una ripetizione senza tempo del male che la specificazione 105
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