Il piccolo Hans - V - n. 20 - ottobre-dicembre 1978

sviluppato delle formazioni deliranti che sono inac­ cessibili alla critica logica e che contraddicono la real­ tà. Dal momento che esse possono esercitare un potere straordinario sugli uomini, la ricerca conduce così alla stessa conclusione che per il singolo individuo. Esse devono il loro potere alla verità storica che hanno trat­ to dalla rimozione di un passato primordiale dimen­ ticato» 14 • Ma come giungere dalla parola individuale al discorso che la attraversa se non operando una seque­ la di misconoscimenti? Misconoscimento della doman­ da, innanzitutto, che la sottrazione della risposta per­ petua come domanda di sapere; misconoscimento della posizione di oggetto, poi, che, in analogia al corpo anato­ mico della medicina, il paziente tende ad assumere; mi­ sconoscimento del romanzo familiare, infine, come sup­ porto immaginario della sua identificazione narcisistica. Contornando la domanda, invece, assumendo come og­ getto non l'altro del transfert ma il suo desiderio, an­ dando al di là di ciò che la parola piena cela, si crea­ no le condizioni perché la ' verità storica rimossa ' il mito prefamiliare, nella materialità delle sue figure ideo­ logiche, si riveli là ove « il suo potere straordinario sugli uomini» si inscrive nelle loro radici corporee. Sottratta alla presa della individuazione egocentrica, · all'immaginario della comunicazione duale, l'esperienza analitica allaccia così il fantasma alle sue inscrizioni, restituendo il linguaggio al luogo delle sue origini fisiche. In tal modo, il lavoro analitico realizza il ricongiun_gimento dell'« antecedente» fantasmatico con il pro­ dotto del testo, con il reale in quanto oggetto di desi­ derio, che si stacca, come un residuo, delle sue orga­ nizzazioni significanti. Per questa capacità di porre in crisi tanto il mo.dello evoluzionistico darwiniano - dove la diacronia · funziona da potente principio d'ordine, supponendo il 103

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