Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978
to1o - della lin gu a. Se 1a lingua suppone per Milner 1'universa1e col1ettivo del linguaggio distribuito su cia scuna , lin gu a, ciascuna li!ngua manca poi a , sua volta di una sorta idi a11caismo, ,dii protolingua - manca nel mo mento che nella soggettivazione non può per statuto ,essere tutta la lin gu a - manca del suo 1atino-g11eco che ha poi un vero nome, un'esistenza fittizia: l'iindoeuropeo. Potremo così legge11e le Fictions freudiennes come una risposta all'invito posto in chiusu:ra de L'amour de la langue: quest'ultim0 convoca a una felioe coincidenza della regola e del Witz. Il punto sovrano del1a sogget tivazione è anche un punto in ,oui il ,soggetto d ,sa fare prop:rio come nel ,sogno riportato all'ultima seduta dal l'uomo dei topi: , «suonavo il oorno da caccia divina mente e la gen�,e per strn,da , si formava ad ascoltare». E Freud senza aggi,ungere altro ha osservato: « Un bel sogno per un'ultima seduta». Se Io studioso non manca di rtatto , sarà forse con dotto alla giunzione della ; :regola e del Witz, anche se nonostante il titolo a Milner è bastato indicarla ad altri. E ,così le Finzioni freudiane sembrano cominoiare pro prio dove finisoe L'amore della ,lingua. Con questa curiosa inesatt,ezza possiamo rifarci della prima delusione se mai pigliando fra 1e mani i , l Jibro ,delle finzioni ci avesse allontanato un ,attimo per man canza di «serio». Ci servirà anche a rifarci della tanta «serietà» in figura di sanzione ,ideologica comminata a L'amore della lingua. Ermanno Krumm 190
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