Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978

tutta la filatura a s�atola cinese (o a bambola russa) del Libro. Ma una simile osservazione non prende il suo IÌ.nteresse per il significato caratterizzante quanto piut- 1:osto conduce, con la retrocessione dei discorsi, a una vera :e propria chiav ,e di lettura. Come se le chiavi per l'immaginario - per parafrasare lil titolo del libro pre­ cedente di questo autore - aprissero se non proprio sull'altra scena almeno a una conformazione della lin­ gna che l'attenzione ai problemi dell'inteTpretazione ana- . , litica sembra Tecare all'autore. Nel caso specifico agli autori, i firmatari delle lettere. La fattura a , scatole sovrapposte sembra ·rispondere al voto di Derrida - Il fattore della verità - : in una fondamentale inadempienza. All'appello di reintegrazione, nel quadro simbolico della lettera rubata, della cornice, le finzioni freudiane rispondono - poteva essere diver­ samente, data la referenza freudiana inoperante in Der­ Tida? - con un'infedeltà rinnovata. Infedeli al richiamo di una ,struttura, sia pure dissemina1e come quella der!ddiana, le finzioni si applicano però « en abime », come abisso e come rovina se vogliamo usare ancora i ter­ mini del fattore della verità, un abisso che non ,è Ja deriva di un percorso letterale che manca .la destina­ zione, ma un movimento di ripensamento infedele, ap­ punto, in margine alle associazioni che l'analista ascolta dell'analizzante. L'infedeltà, per essere chiari, è consu­ mata ai danni del significante, della sua quadratura nel ,segno. In una metafora i significanti si ,rimpiazzano gli uni gli altri ma è impossibile dire se sono significanti o si­ gnificati. Così argomènta a tarda notte un linguista pro­ blematico che si sfoga con un'amica competente rimasta assente a una riunione di lavoro. Si chiama Ettore. « E se tutto fosse metafora?» Chi dice di chiamare un gatto, un gatto, - sullo scritto di Jacobson avrà a ridire in un'altra lettera - fa una metafora. D'altra 185

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