Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978
nominare, ,sostJarntiHca:rie: oomll!Il:que :im.�oludere, per ex cludere. Nel caso ,di Foucault, oome di Robinson, J'uomoses sualità consiste piuttosto in quella volontà che si con suma in un sapere di tipo constatativo, fenomenologico: il reale iin entrambi appare isotto le spoglie di un com patto tessuto discorsivo. Come Robinson riempe !le pa gine (e l'isola) dell'osservazione realistica del dettaglio, in una tensione parossistica che rende tutto chiuso e tutto descrivibile; ,La stessa claustrofobia J:'egna nel con tinente foucaultiano, che è -di , scorso che « f , luisce e in veste e satura rtru.tto lo spazio che apre; Je proposdzioni e i capitoli si avvolgono a spiraJ.,e... nessun vuoto, nes sun fantasma... » (Baudrillard). L'ossessione del vuoto, della :rottu:ria, ,di una distanza che si ap.m ,irriducibile {o apparentemente tale) tra pa rola e referente, tra oggetto e nome, è alla radice del realismo ·« nevrotico » c1i Robinson: della ,sessualità non si dà, in questo horror vacui, esperienzia. Né avvista mento. Lo Sgtl!ardo « positivo » 1 di Robinson non può vedere la donna, pena 1a visione :del vuoto: da cui quel- 1' , aJlineamento « ,realistico » delle fTasi descrittive Jo ,di fonde. Un prooeclimento descrittivo è possibile solo allo sguardo positivo: constatare ,si può solo se si crede a ciò che ,si vede. E ·se si crede che ciò che si vede sda rtru.tto quello che c'èJ. Foucault pare qui 1credere a ciò che vede; e vede ciò che già il potere mostra. Costruisce così un ,discorso che è '« una sorta di eoo del pote:rie » {Rella); che con clude in una ridondanza, si potrebbe dire. Ogni reali smo è, in effetti, rridondarrte; torna a descrivere ciò che si vede già, a par1arie ciò che rè già pada:to. Robinson descri.vendo l'isola continuamente . si rassicura che in tanto l'isola c'è; e poi, che tutto dò che li è è dicihiJe con 1e parole del continente. La ses,sualità sta al discorso del sesso, s ,econdo Fou- 172
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