Il piccolo Hans - V - n. 19 - luglio-settembre 1978

del futurismo e }e posizioni di un De1eU2e, e soprattutto di un Guattari. Osserva anche Calvesi che, come è chia­ rificante il rifiuto di Marx da parte dei « nouveaux phllosophes» (la cui parte nel movimento del '77, spe­ cie a Bologna, è nota); così ,lo è quello di Fr 1 eud da parte degli autori dell'Anti Edipo. Filologioamente accertata, J'analisi dii Calvesi, con- 1lribuisoe per-oiò a proiettare alcuni fasci di luce nel magma del « movimento» del '77; del quale tuttavia non trascura , Le :riadici ,economioo-sociali {che forse an­ drebbero anch'esse più minutamente raffrontate con la orisi degli .intellettuali italiani nei primi anni del secolo e con ila nascita del futurismo). Vi ,è tuttavia, da parte di chi scri.v, e questa nota, un punto : irrisolto di perplessità. Leggiamo (pag. 65): « Quanto a Marx, neanch'egli, ovviamente, si ,sarebbe riconosciuto nel sur,r1eahsmo, oome non si rioonobbe il Pcf, e tutto il comu­ nismo storico», ,(e come, ,aggirmgiamo, non · vi ,si .rico­ nobbe Freud). Ora, probabilmente, ,iJ Iuogo geometrico di maggior rilevanza oriti,oa si situa proprio qui. La,sciamo sta,re Marx, che, 1« ovviamente», all'epoca del surrealismo non poteva dire la sua; ma J.a questione del . rapporto tra movimento operaio e avanguardie ,�rtistiche del '900 è proprio davvero così risolta « a priori»? Calvesi stesso ricorda 1' 1 interesse di Gramsci, ,a un certo momento, per il .futurismo; e sono ben inote 1e curiosità di Trotzki allo stesso proposito. E, quanto al surrnailismo, è del tutto priva di significato la permanenza di akuni suoi esponenti, e non dei minori, tra i massimi intellettuaLi. del « Pcf»? Si vuol dire, semplicemente, che il nodo . del rapporto movimento operaio marxista/avanguardie arti­ stiche ,e letterarie rimane complesso, e ,storicamente irrisolto. ,Anzi è un capitolo, forse ,oentrale, nel quadro più vasto del rapporto intellettuali/movimento operaio marxista, intellettuali/comunismo. 169

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