Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

(XIX, 42), una fiera che contende con altre fiere e si nutre delle loro spoglie �< Spesso con orsi e con cinghiai contese, / e con man nude li pose a giacere: / e di lor carne con tutta la spoglia / più volte il ventre empì con fiera voglia » (XXIV, 13). E' facile individuare il codice di opposizioni cui si rirerisce Cesare Segre nello scritto pubblicato in questo stesso fascicolo. Non sor­ prenderà allora se il momento di « rottuTa » è contras­ segnato dalla nudità. «La pena acerba» aveva indotto Orlando a distruggere i luoghi degli amori di Angelica e Medoro trasformandoli in una terra desolata: è una reazione di rabbia e di vendetta, ma non ancora «folle», al pari di quella di levaTsi di scatto dal letto in cui già avevano dormito gli amanti. A questo punto, esausto, Orlando dorme per tre giorni e tre notti: uno spazio temporale che taglia il prima dal dopo della perdita del senno. « Il quarto dì, da gran furor commosso e maglie e piastre si levò di dosso . . . . . E poi si squarciò i panni, e mostrò ignudo l'ispido ventre e tutto il petto e il tergo e cominciò la gran follia, sì orrenda che de la più non sarà mai ch'intenda.» Leggiamo questi versi nel canto XXIII (133). Ma il folle era già stato anticipato (senza che si dica o si sappia che di Orlando si tratta) nel canto XIX (42). Angelica e Medoro sono diretti a Barcellona per im- barcarsi «Ma non vi giunser prima, ch'un uom pazzo giacer trovaro in su l'estreme arene che, come porco, di loto e di guazzo tutto era brutto e volto e petto e schene. Costui si scagliò lor come un cagnazzo... 69

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