Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
Ora io valgo più di te: io sono un matto, tu un nulla». E quando Lear si chiede, approfondendo drammatica mente la domanda di Amleto (che cos'è un uomo?): « Chi è che mi sa dire chi sono? » - l'unico che sappia ri spondere èJ il metafisico fool, che dice giustamente « L'ombra di Lear ». Nella landa, quando Lear è nel fondo della sua pazzia, dirà lui al fool che chiede « Dimmi se un pazzo è un ,gentiluomo o un borghese», Lear appunto dirà « A King, a King »: e qui veramente il Fool Sovrano è l'ossimoro vincente, qui dove il So vrano è fool, in mano come soettro ha il bauble, o ba stone del giullare; e il fool è Sovrano con in mano lo scettro. Si realizza così la inversione finale, che cul mina nell'investitura del Re con la motley; e nell'in coronamento ,e l'apoteosi del fool. Il Fool Sovrano, è anche la carta positionless dei Tarocchi: carta che è talvolta l'ultima carta, talvolta la prima, e talvolta fuori della serie, funzionando come legame tra la prima e l'ultima, e organizzando la disposizione delle carte in una ruota. Ruota che èl anche la ruota della Fortuna, in cui il fool, uomo di fortuna, e non per diritto, è di casa: insieme, naturalmente, e sulla sponda opposta, del Re. La verità metafisica del fool, verità che nel mondo della corte è « un cane che deve andare a cuccia », è il suo essere a:l centro del nothing, o punctum in differens: da qui vede la corte. E sa il segreto sapere che 1a costituisce. Sa il suo essere inscritta nella Ruota della Fortuna, così come la rappresentano certe icono grafie del tempo, di origine medievale. In · quella Ruota, il Re è al centro. Ma il suo Regno st , esso è parte di un processo che ha un ailtro centro non soggetto al suo potere. Il centro ultimo è ocoupato dalla dea Fortuna, , anche lei in fondo una Matta: è lei comunque a ri manere stabile, mentre la ruota gira. La supremazia 56
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