Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978
(scusate sto improvvisando qui, ma connettendo, in base agli stimoli ricevuti, diversi fatti): Amleto ad un certo punto dice a Claudio all'inizio del . testo che è troppo al sole, gioca sul termine figlio-sole, e Claudio si rivolge a lui come figlio, che però non è figlio, in realtà, come ben sappiamo, e ad un certo punto Amleto giocando sul l'assonanza risponde che è troppo al sole. Mi sembra che da questa affermazione alla condanna di Fortebraccio come condottiero, corra un filo. Ripetiamo che Amleto è il personaggio più intellettuale, tra questi personaggi che ruotano nel mondo della corte e intorno alla corona. Quindi mi sembra che Amleto non possa essere re fin dall'inizio. In un certo senso si oppone a Claudio, come Antonio si oppone ad Ottaviano. Amleto non può di ventare re fin dall'inizio, a differenza di Ottaviano, e di Antonio, proprio perché in quanto fool ha una valenza da intellettuale, ha una valenza androgina, infatti non sceglie i ruoli, le identità, rifiuta la diairesi. Vorrei ap punto in questo senso portare l'accento sul fatto che Amleto è un fool serio, il più serio, mi sembra, della sfilata dei fools shakespeariani proprio perché porta par ticolarmente vicino, alla corona, più vicino di ogni altro fool) il discorso della diairesi e del diurno, nel senso del potere monarchico. Beniamino 1 nacido _ (Il presupposto del raccontare) Due parole in margine all'intervento di Sergio Finzi che si riferiva a sua volta al discorso di Nadia Fusini -sul « fool » shakespeariano. Sono due parole destinate al presupposto del raccon tare. Questi due interventi (e - più - il loro incrocio, la loro collisione) mi incoraggiano a definire - brevissi- 124
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