Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978
porta- della png10ne che si chiude. Il cittadino non ha molto da temere dall'errore giudiziario, ma molto dalla sua follia se capita che la ragione di Stato possa irritarsi per la sua razza, per le sue opinioni ·e per la sua man canza di sottomissione. Tutto ciò non ha nulla a che vede re con l'errore giudiziario. Può essere forse un errore politico, ma i magistrati, stando all'antica tradizione di Ponzio ,Pilato, se ne lavano le mani. ,L'unanimità con la quale i magistrati francesi hanno giurato fedeltà a Pétain, non ci lascia dubbio alcuno sulla protezione che si può sperare dall'alta istanza «morale» che que sta élite costituirebbe. , L 'Ord i ne Giuridico non offre alcuna resistenza all'arbitrio del Principe, perché la sua ragion d'essere ,è sottomettere, e quest'ordine la sostie ne con l'esempio. La morale non ha nuìla a che fare con il Diritto. Un tribunale si limita a dire se un atto è oppure no con forme alla norma prescritta dalla legge, e a stabilire una sanzione nei limiti previsti dalla legge. Scrive Kel sen: «Ciò che in Diritto si chiama «giudizio» senten za , è tanto poco un giudizio, nel s}gnificato che questo termine ha in logica, quanto lo è la legge che appli ca» 23 • Dal punto di vista giuridico, la nozione di giu dizio di valore non ha alcun senso, e «colpevole» desi gna soltanto colui che . è destinato ad essere tagliato fuori, tagliato fuori dalla società con la morte, la pri gione, l'infamia. Riferendoci a Freud, possiamo dire che il «giudi zio» di un tribunale è un «giudizio d'attribuzione» in opposizione a un «giudizio d'esistenza» 24 • Il Diritto costituisce infatti un «dentro» che è la conformità alle norme che decreta, e un · «fuori» che è la «non-con formità». Il «dentro» è la Società, costituita da buoni cittadini; e il «fuori», è, paradossalmente, la prigione dove sono concentrati gli individui indesiderabili. L'uni verso dei cattivi soggetti, delinquenti, pendagli da forca, 62
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy