Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

terzo, come garante del contratto, non iè per questo meno marcata; e ogni singolo proprietario deve consi­ derarsi piuttosto il depositario, il gerente dei propri beni; · il suo diritto di godimento potendogli essere riti­ rato per le stesse ragioni che fino allora han protetto la sua proprietà �ciò si estende fino al godimento della sua vita). Almeno, Rousseau ha detto che lo schiavo è escluso dal contratto sociale e che ha diritto a ribellarsi. Tuttavia, lo schiavo è necessario affinché il cittadino abbia i mezzi per esercitare personalmente i suoi di­ ritti e doveri civici 10, senza che li scarichi su dei rap­ presentanti, che sarebbe un modo di mettere se stesso in schiavitù. Marx si è messo dalla parte degli schiavi e ha potuto dire che i giuristi e i filosofi (Hegel certamente), ave­ vano nella società la funzione di mettere le cose a testa in giù; e che la sola realtà che esisteva, era quella dello sfruttamento economico: realtà che il Diritto e l'ideo­ logia giustificavano. Ha dunque potuto predire, che con la soppressione della proprietà individuale e dei rap­ porti di sfruttamento dell'uomo sull'uomo, sarebbe de­ rivato il « deperimento dello Stato». E ciò rimane un dogma per i marxisti, nonostante i Paesi socialisti pro­ vino con sovrabbondan:m il contrario. Nella sua critica Marx rimaneva hegeliano, perché non metteva in questione il rapporto tra proprietà e Stato posto da Hegel. Ma l'analisi di Hegel sulla pro­ prietà, manca di rigore dal punto di vista ,giuridico. La libertà di godere della proprietà non è una nozione giu­ ridica, perché il Diritto non dice nulla se non dice in quale sanzione si incorre se non si rispetta una norma. Ora, il diritto di proprietà non comporta nessun « sol­ len», nessun dover essere per il proprietario. Non com­ porta obblighi se non per tutti gli altri (ad eccezione del proprietario); e l'Ordine Giuridico non delibera che su­ gli atti fatti dagli altri, se questi atti sono in contrad- 49

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