Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

l'esistenza del concetto assoluto della libertà cosciente di sé» (par. 30). Il diritto e 1'apparato di Stato sono dunque necessari affinché si stabilisca il rapporto del­ l'uomo con la sua proprietà, e di conseguenza con la sua libertà, la sua Ragione e la sua Volontà. Mentre l'individuo può accedere solo a una «morale sogget­ tiva», lo Stato ·«è la realtà in atto della morale ogget­ tiva». Lo Stato è dunque in un rapporto diretto con l'uomo, con il proprietario, e non deve essere conside­ rato semplicemente come garante del «contratto» tra gli uomini; garante . che èJ la «Società civile» per la quale «l'interesse degli individui in quanto tali è lo scopo supremo in vista del quale essi si uniscono». Lo Stato è sacro, }a società civile non può esserlo. Tutto ciò costituisce un'antologia della morale bor­ ghese, ed ha il merito di articolare chiaramente il rap­ porto dell'uomo alla proprietà, con gli ideali di libertà, di ragione e di accesso ad una morale oggettiva; la sacra funzione dello Stato essendo quella di costituire l'uo­ mo nel suo rapporto ai valori universali. Così, nel reato (in senso lato, crimine incluso), l'uomo non è conside­ rato in quanto ha portato pregiudizio a un altro uomo, ma in quanto ha leso questi valori della morale sog­ gettiva. J. Ph. Guinle ci mostra così che, per Hegel, la punizione si sostituisce certamente alla vendetta indi­ viduale, ma introduce un'altra dimensione, quella del rapporto dell'uomo all'etica, poiché è l'universale che è stato leso col reato. Nel proteggere la proprietà come �, diritto inviola­ bile e sacro», allo stesso modo della libertà, la «Dichia­ razione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino» afferma­ va le stesse cose di Hegel. Ma è interessante seguire più da vicino quali sono le conseguenze di tale interpreta­ zione che riguarda tanto l'uomo come persona che lo Stato. Grazie a quest'idea dell'uomo, lo Stato non si disperde in considerazioni oziose sullo stato mentale 47

RkJQdWJsaXNoZXIy